…anche se di assoluta tendenza.
Partiamo subito con un preambolo: lo scopo dell’articolo è, ovviamente, solo quello di riderci su, di ironizzare sul modo di abbigliarsi del maschio moderno (e non è che la donna moderna sia tanto meglio 🤣)
Però ecco, bando alle ciance e partiamo.
1. La prima posizione l’assegniamo ad un evergreen : i calzini con la ciabatta (perché non siete un cartone giapponese ma persone in carne ed ossa). Ve li passiamo solo con le pantofole da casa e, se proprio ve la dobbiamo dire tutta, esistono calze da casa con silicone. Ecco, ora si che ci fate contente. Sono brutti e “Signore” il monito riguarda anche voi! Potete averle viste indossate anche dall’influencer più influenzosa tra gli influencer. Quella sull’Olimpo degli Influencer. E non è che sono anziana io e che non capisco la moda, perché si tratta di “un modo da giovani”, è che sono oggettivamente ed obiettivamente inguardabili. La morte dello stile.
Occorre qui aprire una parentesi su tutti i calzini bianchi e dico tutti: il male non si annida solo in quelli spugna ma, ugualmente, in quelli realizzati con filati pregiati. Non hai scappatoia. Non c’è via d’uscita.
I calzini bianchi in spugna sono accettati solo con le sneakers. Ripeto: solo con le sneakers. Ripeto: solo con le sneakers. Ripeto: solo con le sneakers. Ripeto: solo con le sneakers. Ripeto: solo con le sneakers. Ripeto: solo con le sneakers. Compris?
2. La seconda posizione va al pinocchietto da uomo: lo so che sono super comodi e noi donne siamo coscienti del fatto che la vostra moda sia veramente molto limitata. Ed aggiungo che, a 40°, avete tutte le ragioni del mondo, ma sappiate che esistono i bermuda. Certo, non è un capo che ci fa strappare i capelli, ma vi capiamo e facciamo atto di accettazione. La virtù qui non sta nel mezzo: o pantalone lungo o bermuda sopra al ginocchio o appena sopra. Vi informo che è in atto la petizione per raccogliere 500000 firme per indire referendum volto ad istituire la polizia dei pinocchietti. E Signore, non è che da donna siano un granché. Meglio il capri che, terminando alla caviglia, non spezza la figura e, quindi, non ci fa apparire gambe cortissime, come invece fa il pinocchietto (che invece termina appena sotto il ginocchio). Questo è l’atteggiamento corretto verso questo capo di abbigliamento.
3. Quasi in testa alla classifica un altro evergreen: la maglia a scollo a V profondissimo. Se non sei Brad Pitt non puoi permettertela (neanche se trattieni il respiro). Ti rammento che gli anni 70, quelli della Febbre del sabato sera e delle camicie aperte con petti villosi in vista, sono terminati. Alla loro vista abbiamo un mancamento.
4. Gli slip che escono dai pantaloni, con elastico a vista, vi prego no! Devo dire però, segnando un punto a vostro favore, che essendo figlia degli anni 2000, ricordo con estremo imbarazzo quei pantaloni a vita bassissima con il tanga che ne usciva fuori. Mi sento, quindi, un po’ come il bue che dice cornuto all’asino. Continuo, quindi, la mia dissertazione e faccio finta di nulla. Sempre per le Signore qualora ci stessero pensando: Bella Hadid ha indossato il tanga fuori dai pantaloni sfilando per Versace nella collezione Primavera-Estate 2019-20. Grazie al cielo è passato qualche anno e nonostante il tentativo di revival mi sembra che il buon senso ed il buon gusto ne siano usciti vincitori. Ad onor del vero devo però qui ammettere il mio essere un pò attempata per comprendere questo fenomeno. L’ispirazione arriva dalla cultura black e dalla storia della moda hip-hop negli anni 90 e la conseguente vestibità oversize dei pantaloni indossati.
5. Rabbrividiamo all’idea delle polo con il colletto alzato. Accettiamo colletti alzati solo se sei Fonzie di Happy Days o John Travolta in Grease e indossi il chiodo in pelle.
6. Il marsupio ci fa reagire come l’Urlo di Munch e fa tanto pensionato in vacanza…. Ma è anche vero che apprezziamo la tua volontà di non riempire la borsa della tua fidanzata con tutti i tuoi averi. Ti svelo, però, che esistono dei borselli da uomo veramente carini e soprattutto è tornato in auge lo zaino. Laudamus te zaino.
7. La canottiera a costine, quella che tua nonna chiama la “maglia della salute” e quella che tua mamma ti ha obbligato a mettere nonostante i 40° all’ombra, è un indumento intimo e quindi destinata, come tale, a rimanere nascosta. Ma attenzione, seppur nascoste, sono altresì bandite le canotte sotto le camicie bianche, perché alla luce del sole si intavedono e vi assicuro che non sono il massimo dell’eleganza. No comment, dopo quanto detto, se indossata come sottogiacca. Sono il male anche sotto la camicia. Avete freddo? E avete ragione anche voi, ma vi ricordo che: “chi bello vuole apparire un poco deve soffrire”. Anche qui, però, occore fare un appunto: nelle ultime collezioni, i designer hanno reinventato la canottiera uomo, trasformandola in vero e proprio capo di tendenza e per questo, da mostrare. Potreste, quindi, abbinare una camicia a maniche lunghe a fantasia, con un pantalone dal fit comodo ed aggiungere un paio di sneakers.
8. Cercate un paio di jeans che non lascino il vostro deredano (pelosetto) in bella vista. Fortunatamente il jeans a vita alta, non ascellare, intendiamoci, tipo alla Fantozzi, è tornato di moda. Fate la prova del 9: basta sedervi e cercate di capire cosa gli altri vedono. Vi prometto che da allora avrete un punto di vista diverso, un’illuminazione.
9. Via gli occhiali da sole al tramonto (se si chiamano da sole una ragione ci sarà) e peggio ancora se hanno la forma della parabola di Sky.
Detto ciò, ci piace voler sottolineare che il nostro è solo un modo di scherzare. Il modo di vestire deve rispecchiare la vostra personalità, il vostro carattere.
Molto spesso ciò che si cela dietro l’abbigliamento, nelle sue forme e colori, rivela aspetti della personalità e del rapporto con gli altri, molto prima di qualsiasi altra forma di espressione: i vestiti “parlano” di noi al nostro posto. Ci sono diversi canali NON VERBALI che vengono utilizzati per esprimere le proprie emozioni o per comunicare qualcosa: l’espressione del volto, lo sguardo, i movimenti del corpo, la postura e, appunto, l’aspetto esteriore.
“L’aspetto esteriore ha un ruolo importante nel fissare e mantenere una immagine di sé ed ha un peso considerevole per la propria autostima. Ovviamente il modo di apparire agli altri è il risultato di tutte le modalità espressive del nostro corpo senza le quali l’abbigliamento non rivestirebbe altro che un ruolo di attaccapanni, ma inserito in questo contesto dinamico esso significa sempre qualcosa” (Nicola Squicciarino dal libro “il vestito parla”).
#ognunosivestecomecrede